Protagonisti dell’educazione
#protagonistidelleducazione di novembre
👨🎓| Achille De Giovanni (Sabbioneta, 1838 – Padova, 1916) arrivò all’Università di Padova nel 1878 e qui fu Professore, poi Preside della Facoltà di Medicina e anche Rettore dal 1896 al 1900. Senatore del Regno dal 1902, manifestò per tutta la vita il suo impegno civile e sociale, ad esempio fondando nel 1898 la Lega nazionale italiana contro la tubercolosi, malattia per la quale riteneva che vi fosse una predisposizione fisica data da particolari costituzioni.
🦠| Considerando la tubercolosi come un vero e proprio fatto e problema sociale, il medico sostenne una politica di riforme igienico-sociali, nell’obiettivo di educare la cittadinanza affinché attuasse delle pratiche igieniche adeguate.
🔬| Secondo De Giovanni, il progresso della scienza era l’elemento benefico che avrebbe potuto orientare l’utilizzo della «forza medicatrice della natura» a favore del benessere del singolo e, a ricaduta, di tutta la società. La fede nel progresso scientifico e quindi sociale, di matrice positivistica, si rifletteva nelle due strade indicate per una lotta alla malattia: la prima di prevenzione, educazione igienica e cura della vita cittadina, la seconda attinente allo studio accademico, finalizzato a indirizzare la pratica e a una sempre maggiore conoscenza del corpo umano che potesse orientare la medicina verso un miglioramento della condizione dell’uomo.
Il Museo dell’Educazione
#protagonistidelleducazione di settembre
🩺| Alessandro Randi (Pordenone, 1858 – Gorgo di Cartura PD, 1944), ricoprì per quarant’anni l’incarico di Medico Capo presso l’Ufficio di Igiene del Municipio di Padova. È ricordato come uomo di grande cultura, capace di un importante impegno civile e sociale permeato di una visione pedagogico-educativa che si è concretizzata nelle azioni per la prevenzione della tubercolosi.
🌞| Nel 1905 egli contribuì infatti alla fondazione del Ricreatorio all’aperto “Raggio di Sole”, istituito sulle mura della città (Bastione degli Scalzi), al quale nel 1907 fu annessa l’omonima scuola all’aperto: la prima avviata in Italia! Randi era fortemente persuaso che l’aria aperta e il sole, una corretta alimentazione, l’educazione all’igiene e alla cura del corpo si ponessero come elementi essenziali per lo sviluppo e il benessere del bambino, additando la scuola del tempo come un luogo generalmente insalubre. Il medico sottolineò dunque l’importanza dell’ambiente non solo a livello igienico-sanitario, ma anche da un punto di vista prettamente educativo e formativo
🏅| Quali riconoscimenti all’impegno profuso in ambito sociale, educativo e preventivo, ad Alessandro Randi vennero conferite la «Medaglia d’Oro dei benemeriti della pubblica istruzione» (1912) e la «Medaglia d’Argento al merito della salute pubblica» (1923).
❓| Sapevi che in via Raggio di Sole si può ancora vedere il padiglione eretto per le lezioni e per le “cure d’aria”?
In foto: tettoia e padiglione-scuola della “Raggio di Sole”
Il Museo dell’Educazione
👩🏫| Arpalice Cuman Pertile (Marostica), è una figura interessante del dibattito inerente all’educazione popolare nell’Italia a cavallo tra i due secoli.
Ultimati gli studi, diventa insegnante ed entra in contatto con l’ambiente culturale vicentino dove uomini, come Fedele Lampertico, Antonio Fogazzaro, Paolo Lioy e Giacomo Zanella condividono l’urgenza di diffondere l’istruzione tra le masse più povere.
📖| La Cuman Pertile fa della diffusione della cultura la sua missione. Si adopera anche per l’educazione dei più piccoli promuovendo un asilo capace di accogliere i figli delle operaie degli opifici della zona. Il suo impegno sociale è accompagnato da una ricca produzione di libri per l’infanzia scolastici e di amena lettura.
🧚♀️| Lo sapevi che per mantenere viva la figura e l’operato della Cuman, scrittrice ed insegnante, la città di Marostica dal 1988 ha istituito il Premio Nazionale biennale di Letteratura per l’infanzia “Marostica Città di Fiabe – Arpalice Cuman Pertile”? Il Concorso, per testi inediti a tema libero in lingua italiana rivolti a bambini e ragazzi dai 3 agli 11 anni, è aperto a tutti!
Il Museo dell’Educazione
👨⚖️| Aristide Gabelli fu rappresentante del Positivismo “militante”, giurista, ma soprattutto uomo di scuola e ispettore scolastico, e scrisse i Programmi per la scuola elementare del 1888. Gabelli voleva formare “uomini dalla testa chiara” che sapessero pensare con senso critico.
“Il maestro deve tener presente che la scuola ha da servire a tre fini, a dar vigore al corpo, penetrazione all’intelligenza e rettitudine all’animo”. I maestri dovevano far “fare” ai bambini, toccare, maneggiare i materiali, scoprirne le caratteristiche, far vedere ciò che non conoscevano.
📚| Ecco allora i quadri murali! Qui in museo ne abbiamo davvero tanti: animali, piante, fiori e molto altro! E poi le scatole didattiche con i materiali, prodotte da ditte specializzate, o dai maestri stessi.
Gabelli contava sulle capacità, anche pratiche, dei maestri che dovevano sopperire all’incuria dello Stato unitario occupato a costruire strade, ferrovie, industrie per far uscire l’Italia dalla propria arretratezza. Ma per compiere questa azione Gabelli confidava in un mezzo potente: l’educazione degli italiani!
Il Museo dell’Educazione
👉| Giovanni Marchesini: brillante e fedele allievo di Roberto Ardigò, ha insegnato nel nostro Ateneo Filosofia e pedagogia per trent’anni. Direttore della Rivista di filosofia, pedagogia e scienze affini, ha dato vita al Dizionario delle scienze pedagogiche.
👨⚖️| Uomo illuminato e poliedrico, studioso rispettato e sempre rispettoso delle teorie di altra matrice culturale, fu invece bersagliato dalla critica feroce di Giovanni Gentile.
Marchesini volle studiare il funzionamento della mente, così come stavano facendo nell’Ateneo patavino i primi psicologi, come Vittorio Benussi, o antropologi come Giovanni Canestrini, divulgatore delle teorie darwiniane in Italia.
📚| Per Marchesini l’educazione assume valore dalla scienza, sempre basata sull’esperienza. Questa idea che ha faticato tanto a diventare pratica nella scuola italiana, trova riscontro in molti degli strumenti didattici conservati nel nostro Museo.
Il Museo dell’Educazione