Tesori Nascosti

#TesoroNascosto di ottobre

🖊️| Il mese scorso vi abbiamo parlato dei banchi a zaino della “Gioconda”, inaugurata a Este, nella provincia di Padova, il 24 maggio 1922. In questa particolare scuola mobile all’aperto i banchi, la lavagna e persino il tricolore erano “a zaino”, trasportabili da un luogo all’altro a seconda del tempo, delle stagioni e delle esigenze igieniche e didattiche.

🏡| Al Museo nell’allestimento creato per la Mostra dedicata proprio alla “Gioconda”, è possibile ammirare alcune foto dei suoi alunni durante gli anni Cinquanta nel Novecento. L’esperienza di questa scuola all’aperto fu sospesa negli anni della Seconda guerra mondiale, riavviata poi nel Dopoguerra e attiva fino alla metà degli anni Sessanta.

👩‍🏫| Le fotografie mostrano alcune lezioni e viaggi di istruzione degli alunni. Quelle che vi presentiamo oggi raccontano della gita di istruzione a Venezia, durante la quale gli scolari hanno svolto la lezione in Piazza San Marco dopo aver dato dimostrazione degli esercizi di allestimento della classe (foto 1 e 2) e di alcuni momenti di studio all’aria aperta nel parco del Castello di Este (foto 3 e 4).

Il Museo dell’Educazione

#TesoroNascosto di settembre

🎒| Al Museo dell’Educazione conserviamo alcuni dei banchi “a zaino” che vedete in foto, realizzati negli anni ’20 del Novecento dal maestro d’arte Ettore Bressan per la scuola mobile all’aperto “Gioconda” di Este.

☀️| La storiografia pedagogica riconosce in Padova un primato nell’esperienza delle scuole all’aperto: la “Raggio di Sole”, avviata nel 1907, fu la prima in Italia e la seconda in Europa, dopo la “Waldschule” di Charlottenburg, Germania, del 1904. Il fondatore, il medico padovano Alessandro Randi, definiva le scuole all’aperto opere che si sforzano di dare ai fanciulli il modo migliore di svilupparsi.

👩‍🏫| Alla scuola mobile all’aperto “Gioconda”, sorta nel 1922 in un mutato clima politico, pedagogico e culturale rispetto alla “Raggio di Sole”, la scelta dei luoghi dove allestire la classe dipendeva dal tempo, dalle stagioni, ma anche dalle necessità didattiche del maestro.

📕| Una curiosità: nel 1928 fu predisposto un volumetto con le istruzioni per l’allestimento e il disallestimento della classe. All’interno venivano illustrati all’insegnante i “comandi di avvertimento” (come “banco in spalla”, o “banco a terra”) e i “comandi di esecuzione” (“uno” “due” “tre” “quattro”). Si trattava di veri e propri esercizi ginnici all’aperto!

Il Museo dell’Educazione

#TesoroNascosto di luglio

📜| I quadri murali che vi presentiamo oggi sono tra i più antichi che il Museo conserva!

Le tre tavole sono di importazione tedesca: questo accadeva in Italia nella seconda metà dell’Ottocento anche per molti sussidi didattici, che provenivano o dalla Francia o dalla Germania, perché le ditte italiane non erano ancora del tutto attrezzate a produrli. La Paravia sarà una delle prime Case Editrici italiane a dare, a partire dal 1876, forte impulso alla produzione e alla vendita di materiale didattico (quadri murali, alfabetieri e pallottolieri, celebri globi terrestri) e di carte e atlanti geografici.

🖼️| I quadri murali erano in uso anche in altri paesi europei: ad esempio in Svezia e in Spagna, dove l’egemonia della produzione francese monopolizzava il mercato. Nella scuola italiana di fine Ottocento, povera di mezzi e di finanziamenti, avere a disposizione quadri illustrativi che potessero dare visivamente conto di quanto veniva appreso era una grande opportunità per gli alunni! Questi bambini provenivano spesso da contesti socio-culturali deprivati e comunque avevano esperienze limitate, e gli insegnanti avevano nell’immagine un valido aiuto alle loro spiegazioni e la possibilità di far concretamente vedere ciò che si studiava.

📸| Le immagini: Tavole Anatomiche Murali pubblicate dal Dott. A. Fiedler, Professore di anatomia in Dresda, 1886, Ditta Editrice G.B. Paravia e Comp. (Figli di I. Vigliardi) Torino-Roma-Milano-Firenze

In foto: Sistema scheletrico (carta telata e legno125x50 cm), Sistema muscolare (carta telata e legno125x50 cm), Il sistema nervoso e gli organi di senso (carta telata e legno125x50 cm)

Il Museo dell’Educazione

#TesoroNascosto

🎲| Il Giuoco dell’Oca e dell’Aquila, edito dalle Patronesse dell’Assistenza Pubblica Milanese, è stato stampato nel 1916 durante la prima guerra mondiale, quando le potenze alleate della Triplice Intesa, cui si era aggiunta l’Italia, combattevano contro gli Imperi Centrali di Germania e Austria-Ungheria.

🦅| Il gioco porta in calce la scritta “Questo è il giuoco dell’Aquila sotto mentita veste. Resta il giuoco dell’Oca, dell’Oca con due teste”. Si dichiara quindi subito, con le parole e con le immagini, un patriottismo che induce a considerare i nemici con disprezzo e ostilità: l’Austria-Ungheria, rappresentata dall’Aquila a due teste, deve essere schiacciata dai soldati italiani.

⚔️| Sono proprio i soldati che devono essere sostenuti e aiutati: nel gioco infatti compare la scritta “I soldi che nel giuoco hai guadagnati, versali per la lana dei soldati”. Questo gioco da tavolo fa comprendere come spesso i giochi non siano neutri, ma veicolino invece idee e ideologie che il mondo adulto impone all’infanzia!

Il Museo dell’Educazione

#TesoroNascosto

✏️| Si tratta di due serie di tavole disegnate a pastello su cartoncino nero, entrambe realizzate in epoca fascista, dopo la Riforma Gentile del 1923. Sono veri e propri esercizi di disegno di maestre e maestri in formazione: la prima serie è datata 1927 e raccoglie disegni firmati da diversi alunni e alunne, l’altra è una raccolta di 35 disegni realizzati tra il 1938 e il 1940 da una giovane istriana allieva dell’Istituto Magistrale di Fiume.

Le tavole, bellissime, vivaci ed estremamente precise, corrispondono a differenti argomenti di lezione: illustrano animali, ambienti naturali, domestici e di lavoro, le fasi di produzione di alimenti (pane, vino, miele, latte), i mestieri, l’acqua e i suoi utilizzi, le arti, le stagioni, il fuoco, i mezzi di trasporto, gli sport, le armi moderne, ma anche scene storiche, ricorrenze come il Carnevale e Natale e scene tratte da romanzi come “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni.

🖼️| Con questi esercizi gli allievi e le allieve dell’Istituto Magistrale, voluto dalla Riforma Gentile, imparavano a sviluppare la capacità di disegnare alla lavagna per rappresentare visivamente i contenuti di studio. Il disegno assumeva grande rilevanza perché l’insegnante avrebbe dovuto sviluppare negli alunni le capacità tecniche e quelle artistiche.

😉| Uno spunto anche per gli insegnanti di oggi!

Il Museo dell’Educazione