Le prime scuole per l’infanzia: Fröbel, Montessori, Agazzi

Secondo il pedagogista tedesco Friedrich Wilhelm August Fröbel (1782-1842) l’attività ludica dei bambini non è da considerarsi un mero passatempo, ma un mezzo potente di espressione dello spirito – in senso religioso ma anche scientifico – del bambino.

Fröbel è l’ideatore e l’inventore dei primi giocattoli educativi: questi riflettono le sue idee riguardo l’importante ruolo che svolgono i giocattoli quali strumenti significativi nell’educazione della prima infanzia. I doni sono stati concepiti da Fröbel per aiutare il bambino a sviluppare capacità come la coordinazione, le abilità motorie, la memoria visiva e la percezione spaziale, sollecitando anche l’immaginazione ed esplorando persino concetti matematici.

Si tratta di una serie di venti giocattoli e strumenti ad uso pratico, caratterizzati da una complessità crescente, volti a introdurre il bambino alle forme fisiche, alle relazioni che si trovano in natura (grande-piccolo, leggero-pesante e via dicendo) e a risvegliare e sviluppare il riconoscimento degli elementi comuni nel mondo a lui circostante. Il sistema ideato muove dal semplice al complesso: dal solido al piano, alla linea, al punto, per poi approdare alla terza dimensione tramite attività manuali, come la lavorazione della creta. Ancora oggi sono di uso comune molte idee e molti materiali concepiti da Fröbel: ad esempio, si considerano i blocchi-giocattolo di legno come un’attività di apprendimento base nell’educazione della prima infanzia, ma è stato proprio il pedagogista tedesco ad introdurne l’utilizzo, su larga scala, nel metodo educativo della prima infanzia.

Al Museo dell’Educazione sono conservati, oltre ad alcuni “doni” anche un “Giuoco dei bastoncini” fröbeliano, in scatola originale, risalente al primo Novecento e soprattutto una pregiata prima edizione italiana del volume Manuale pratico dei giardini d’infanzia ad uso delle educatrici e delle madri di famiglia edita da Civelli a Milano nel 1871.

Il Museo conserva anche esempi di materiale montessoriano, come le pesiere e le lettere smerigliate, e materiale agazziano, come ad esempio una tombola e qualche esempio di contrassegno che permette al bambino di riconoscere il proprio materiale da quello dei compagni senza dover ricorrere all’aiuto dell’adulto.

Maria Montessori e le sorelle Rosa e Carolina Agazzi esprimono all’inizio del Novecento una particolare cura ed attenzione per l’infanzia che diventa soggetto attivo dell’educazione. Montessori, medico e scienziata, comincia la sua attività condividendo teorie ed idee positiviste, ma durante la sua lunga esperienza pedagogica matura un avvicinamento allo spiritualismo, anche cattolico. Le Agazzi invece, sostenute da Lombardo Radice, sono espressione dello spiritualismo cattolico di inizio secolo e saranno il modello a cui si ispira la Scuola materna statale nata in Italia nel 1968.