Sussidi didattici
I sussidi didattici sono ancora oggi largamente utilizzati per facilitare il processo di apprendimento degli studenti, la comunicazione e la loro autonomia. La loro diffusione nelle scuole avviene su larga scala tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, anche grazie alla nuova produzione industriale che consente una diffusione di materiali più ampia e massiva.
La normativa scolastica del Regno d’Italia, attraverso il Regio Decreto n. 5724 del 1888, aveva previsto che le scuole mettessero a disposizione degli alunni i sussidi necessari per lo studio di tutte le discipline, stabilendo allo stesso tempo che l’insegnante potesse, o dovesse, supplire con “la sua diligenza e il suo ingegno” ad eventuali necessità e mancanze. Così, anche a causa dei costanti e cronici problemi economici delle istituzioni scolastiche, gli stessi insegnanti diventano non di rado ideatori e realizzatori di sussidi didattici che supportano le loro lezioni.
La scuola un tempo era detta “elementare” perché volta all’insegnamento degli “elementi” del sapere, e fino al 1963, data di nascita della scuola media unica, era l’unico grado obbligatorio d’istruzione. Di conseguenza nel primo grado scolastico venivano insegnate anche materie come l’igiene, oltre quelle discipline che oggi vengono associate a livelli di scolarizzazione superiori, come ad esempio la chimica e la fisica. Il tipo di materia trattata dipendeva molto da ciascun insegnante e, spesso, dalle sue collezioni personali, ad esempio di minerali, fossili, rocce o tessuti.
Ma i programmi delle scuole elementari differivano anche a seconda del territorio, nelle scuole di città e in quelle situate in contesti rurali, segnando così una differenza anche nelle tipologie di materiali didattici utilizzati. Ad esempio i lavori manuali in una scuola rurale spesso si legavano al mondo agricolo, e le teorie di agraria si univano al sapere tecnico sugli attrezzi del mestiere; viceversa in una scuola cittadina la disciplina si trasformava nell’insegnamento di attività artigianali, quali la falegnameria.
Nell’ambito delle scuole secondarie, si potevano trovare i sussidi per conoscere la natura, ad esempio animali tassidermizzati e modellini in gesso; per apprendere le leggi della fisica e della chimica come provette, macchine per il vapore, esperienze per l’elettricità; oppure quelli per conoscere il lavoro dell’uomo come i modelli di strumenti agricoli.
La collezione di sussidi didattici è molto consistente. Questi materiali possono essere raggruppati o in funzione dell’ apprendimento che essi volevano favorire o in relazione alle loro caratteristiche:
- Sussidi per conoscere lettere e parole (alfabetieri, cartelloni per la nomenclatura…)
- Sussidi per conoscere i numeri e le forme (pallottolieri, frazionieri, regoli, solidi geometrici, misure di capacità, peso,…)
- Sussidi per conoscere la natura (animali in scala e impagliati, collezioni di minerali, erbari, vetrini e cartelloni di zoologia e botanica,…)
- Sussidi per conoscere le leggi della fisica e della chimica (provette, macchine per il vapore, esperienze per l’elettricità,…)
- Sussidi per conoscere lo spazio (carte geografiche; mappamondi, vedute di città,…)
- Sussidi per conoscere la storia (quadri murali con scene storiche, tavole sinottiche,…)
- Sussidi per conoscere il lavoro dell’uomo (strumenti agricoli, campionari di prodotti,…)
- Sussidi audiovisivi (dalla lanterna magica ai proiettori scolastici, dalla radio degli anni ’30 distribuita durante il fascismo a quella degli anni ’60 inviata dal Ministero della Pubblica Istruzione, dal grammofono a manovella a quello assemblato dagli alunni di una scuola tecnica, dai vetrini ai dischi,…) Sono raccolte inoltre circa 800 pellicole “educative” prodotte negli anni ’50 prevalentemente dall’editrice La Scuola di Brescia il cui archivio filmico è andato distrutto.
- Sussidi realizzati da insegnanti (raccolte varie, disegni su carta bianca o ardesiata,…) si tratta di sussidi di grande rilevanza prodotti direttamente dai maestri a volte “copiando” a volte “anticipando” la produzione industriale.
- Sussidi d’autore (i doni di Froebel, alcuni materiali della Montessori, le scatole legate al metodo Decroly, la tipografia scolastica di Freinet,…)
- Sussidi in forma di gioco (tombole geografiche, sillabiche, figurine,…)
La collezione di materiale di cancelleria comprende cartelle, astucci, penne e pennini, segnalibri, inchiostri e altro ancora.
Se prenoti una visita al Museo potrai vedere sussidi strani e animali immobili!